Da muratore a operatore nel mondo del calcio in terra tedesca e la vita di Giuseppe Messinese, dopo tanta durezza, conosce infine la felicità
La storia di ogni emigrato ha un valore, ha una forza, ha un rilievo nel contesto storico-sociale del nostro paese e della destinazione in cui si è recato a offrire la propria operosità.
Quella di Giuseppe Messinese, per alcuni versi, si dipinge inoltre dei colori delle emozioni forti e di ricordi che sovrastano in maniera imponente i sacrifici e la durezza del vivere; quasi li annullano i sacrifici e sotterrano la dura vita per far emergere esclusivamente la bellezza dell’essere umano che conosce infine la pienezza del suo esistere.
In fondo, basta poco, basta il semplice, basta ottenere la gratitudine e la gratificazione del mondo che ci circonda e che troppo spesso invece si disumanizza e tende a cancellare la sensibilità della persona.
Siamo a Palma di Montechiaro oggi, terra del Gattopardo, terra di mare, terra di agricoltura e terra di accoglienza.
Per le vie del centro c’è fermento. E’ il movimento dei tanti emigrati che affollano Palma nel mese di agosto. Un salto al bar, un caffè, uno scambio rassicurante e fiero con chi s’incontra e via; la giornata inizia direzione Marina di Palma.
Da queste parti il sole è gratis, è generoso, è energetico, è attraente e per esserne abbracciati si è disposti a percorrere migliaia di chilometri anche per poche settimane.
Proprio sotto un sole cocente e accanto ad una vecchia ancora posta su un punto rialzato di Marina di Palma incontriamo Giuseppe.
Sole e ancora, due veri e propri stemmi del vissuto di un emigrato siciliano; sembra inutile spiegarne il perché.
Giuseppe inizia a raccontare la sua storia ed è impossibile non esserne coinvolti. In breve siamo nella sua sofferenza e qualche minuto dopo nella sua emozione e nella sua gioia quando ci racconta di come lo sport, il calcio in particolare, gli ha cambiato la vita consentendogli di riconciliarsi con se stesso e con il destino.
Una storia di soddisfazioni e di “emozioni grandi” come continua a ripeterci Giuseppe che ha realizzato un sogno riuscendo a combinare, in terra tedesca, la sua passione per il pallone con il lavoro. La ruota gira e dopo 18 anni di pesanti lavori da muratore per le strade della Germania, arriva l’opportunità imperdibile. In men che si dica Giuseppe diventa custode tutto fare all’interno dello stadio dell’Offenbach am Main. Senso di responsabilità e affidabilità contraddistinguono l’operato del nostro intervistato che partito, come tanti altri n tenera età da Palma in cerca di fortuna, si è trovato a vivere di calcio e nel calcio.
Ti lasciamo apprezzare gli aneddoti e i particolari di questa storia a lieto fine proprio dalla voce di Giuseppe che l’ha raccontata davanti le nostre telecamere.
Ti preghiamo dunque di prendere visione dell’intervista video a Giuseppe Messinese