Partito insieme alla famiglia per il Belgio da bambino, Angelo trova infine la catarsi e la serenità di spirito nella ricostruzione della casa natale di Santa Elisabetta effige della sua identità e di quella di tutta la famiglia.
La storia di Angelo racchiude in se stessa il passato, il presente e probabilmente anche il futuro dell’umanità dell’era odierna. E’ un racconto di emigrazione sui generis, ricco ed emozionante che riesce a colorare il disegno in bianco e nero dell’esistenza con le tonalità alterne e vivaci di gioia e di sofferenza.
I sorrisi si mescolano agli occhi lucidi e gradualmente fanno penetrare l’ascoltatore in una narrazione affascinante, sensibile e commovente.
L’acrobata ci porta così a saltare dalle certezze di un’integrazione in fondo facile per lui in terra belga alle difficoltà incontrate invece dai genitori che, pur di garantire un futuro ai propri figli, stringono i denti e assaporano la durezza della vita fuori da Santa Elisabetta.
Ma sebbene la vita professionale scorra velocemente e con il vento in poppa, dinanzi a un periodo molto difficile e duro, Angelo trova un solo rifugio e la possibilità di “risanamento” nelle vecchia casa natia all’interno del paese che aveva gioco forza abbandonato all’età di nove anni.
Decide così, improvvisamente, di ristrutturare la casa di famiglia e da quel momento riappare l’immenso amore per la Sicilia e per le proprie origini.
La nuova casa e il suo richiamo sono un giro di boa nel cammino di Angelo. Quella ricostruzione rappresenta un viaggio senza ritorno verso il ritrovare se stessi. Se esternamente è una ristrutturazione materiale interiormente diventa una terapia di purificazione dell’animo, un’ancora di salvezza.
Il resto è un contorno gioioso, così come sono gioiosi e allegri gli spettacoli e gli eventi di cui Angelo è produttore; un contesto sereno dunque di una persona che spolverando le proprie radici e rinsaldando il legame con Santa Elisabetta e con i suoi abitanti oggi vive l’acrobazia più bella, quella della pienezza del suo vivere.
E’ un messaggio moderno in toto quello di Angelo: la gratitudine e il rispetto nei confronti dei genitori, l’attaccamento alla terra natia, la voglia di educare i giovani ai valori artistici, la ricerca del ben vivere nell’alterità all’interno di un contesto sociale multiculturale. Angelo è riconoscente al Belgio, terra di opportunità e di ricchezza, che gli ha permesso di crescere come uomo, di conoscere l’incontro con altre culture e di maturare la capacità d’integrazione nella diversità.
Ma il forte richiamo della terra non può esaurirsi e restringersi esclusivamente a se stesso ed è così che Angelo con perseveranza e abnegazione riesce a trasmettere l’amor patrio, quello per Santa Elisabetta, e il senso dell’identità anche ai propri figli.
L’emigrazione spesso decodifica la sensibilità degli esseri umani.
di Dario Lo Scalzo
Ascoltate la passionale testimonianza di Angelo rilasciataci nella video intervista realizzata a Raffadali