San Cataldo (Caltanissetta) – 2012

 

Un antico borgo a una manciata di chilometri dalla riserva naturale del Lago Sfondato, a ridosso degli ultimi lembi dello storico bosco di Mimiani, ricordato in diverse opere del Seicento per l’abbondanza della selvaggina, dei pini, dei carrubbi e dei mandorli. Siamo nella terra dei Giganti (gli apostoli) di cartapesta, che sfilano la Domenica di Pasqua per rappresentare l’incontro di Gesù Risorto con la Madonna e la Maddalena. Un’antichissima tradizione che risale intorno al XVIII secolo.
C’è tutto un mondo nella pancia di San Cataldo fatto di devozione, tradizioni popolare e folclore. Ieri era anche il mondo dei picconieri e di Ciaula, il caruso di Pirandelliana memoria. Oggi è un mondo nuovo, che al suo capitale ambientale aggiunge le emozioni delle aree occupate dalle vecchie miniere dismesse, ormai riconvertite in due musei a cielo aperto, dove si possono ammirare reperti di archeologia solfifera mineraria.

Credit Daniele Rosapinta